L’Essenza di tutte le religioni – Yogananda

[L’Essenza delle Religioni ed il fine ultimo è risalire alla propria Essenza Costituente – ritornare/riascendere all’Uno con la Coscienza Onnipresente (Dio/Dia – Madre/Padre) tramite la Conoscenza di Sè, tramite quindi la Verità (Conoscenza) che ci guida alla Sapienza Madre, innata in noi]

(Link dell’articolo seguente alla fine)

21 settembre 2011

Domanda

Il Maestro (Yogananda) ha parlato di grandi santi di tutte le religioni. Ma non ho mai trovato da nessuna parte che il Maestro parlasse di Mahavira o di altri santi giainisti. C’era una ragione speciale per questo? Nel giainismo l’enfasi principale è sulla liberazione attraverso la meditazione e la vita corretta. Secondo i principi giainisti, per quanto ho sentito e letto, la liberazione non è possibile senza abbandonare tutti i beni interiori ed esteriori e si sostiene che persino Ram e 3 Pandava divennero muni giainisti e divennero Siddha. Dovettero abbandonare persino i loro vestiti…

—KJ, India

Risposta

Caro KJ,

Hai ragione, Yogananda insegnò a venerare i santi di tutte le religioni, sostenne fortemente l’unità tra le religioni e chiamò persino i suoi vari templi “Chiesa di tutte le religioni”.

Ogni giorno, in ogni preghiera di gruppo che diciamo ad Ananda, preghiamo umilmente i “Santi di tutte le religioni”.

Tuttavia, Yogananda si concentrò principalmente sul Cristianesimo e l’Induismo, meno su Giainismo, Buddismo, Islam, Ebraismo, Sikhismo, Taoismo, ecc.

Perché?

Nel libro Conversations With Yogananda, Swami Kriyananda riporta la risposta del Maestro a questa domanda:

Un visitatore, che aveva letto Autobiografia di uno Yogi, sebbene non fosse un membro della SRF, venne a conversare con il Maestro. Presi appunti durante il loro incontro.

“Posso chiedere, per curiosità”, disse il visitatore, “perché, sebbene tu chiami questa una ‘Chiesa di tutte le religioni’, dai così tanta importanza alla religione cristiana?”

“In realtà”, rispose il Maestro, “noi diamo importanza a due delle grandi religioni del mondo: il Cristianesimo e l’Induismo. Ci concentriamo in particolar modo sugli insegnamenti, piuttosto che sulle religioni, di Gesù Cristo e di Krishna.

“Lo faccio perché questo era il desiderio di Babaji. Lui e Gesù Cristo insieme hanno inviato questa missione. Sono i primi nella nostra linea di Guru. (Mastri)

“Il desiderio di tutti loro mi è stato espresso da Babaji, in particolare: interpretare il Nuovo Testamento Cristiano e la Bhagavad Gita indù, e quindi dimostrare l’essenziale unità delle verità di entrambe le religioni”.

Il suo visitatore aveva, naturalmente, lasciato intendere anche qualcosa di più: perché il Maestro non ha insegnato tutte le religioni?

In altre occasioni il Maestro ha risposto anche a questa domanda, anche se forse nell’occasione che ho descritto non si è sentito ispirato ad approfondire la questione con questa persona in particolare.

Per completare il suo significato, quindi, dovrei spiegare che ha detto anche: che la sua missione era quella di mostrare l’essenza di tutte le religioni.

Non è mai stato suo scopo confrontare intellettualmente vari passaggi scritturali, per mostrarne la somiglianza.

In altre parole, non ha insegnato il sincretismo. Ciò avrebbe significato semplicemente sfiorare la superficie della verità.

La sua missione, e quella della nostra linea di guru, era quella di mostrare l’essenziale unicità della verità stessa. È al loro livello più profondo che tutte le religioni sono Una. A questo scopo, è bastato mostrare l’unicità di solo due delle grandi religioni del mondo.

Esteriormente, l’induismo e il cristianesimo sono molto diversi.

Eppure entrambi hanno prodotto santi di alto livello spirituale.

Conoscere Dio è l’eterno bisogno dell’umanità. Tutte le persone hanno bisogno di comprendere il loro bisogno di una comunione personale e diretta con il Signore.

“L’autorealizzazione”, predisse il Maestro, “un giorno sarà riconosciuta come la verità essenziale di ogni religione nel mondo”.

La sua previsione non si riferiva alla sua organizzazione, la Self-Realization Fellowship, se non nella misura in cui quell’organizzazione promuoveva questo ideale.

Ciò a cui si riferiva era l’eterno principio stesso: l’autorealizzazione.

Questo principio è destinato, nell’attuale Dwapara Yuga, a essere accettato ovunque. Il vero scopo della religione, indipendentemente dai suoi diversi dogmi e “credi”, è l’unione con Dio, l’eterno Sé che pervade l’intero universo.

Ma, KJ, potresti essere contento di sapere che Yogananda ha menzionato Mahavir nel suo libro più famoso, l’Autobiografia di uno Yogi.

Nel suo capitolo sul Mahatma Gandhi ha scritto: “Mentre stavo augurando la buonanotte al Mahatma, mi ha premurosamente passato una bottiglia di olio di citronella. “Le zanzare Wardha non sanno niente di ahimsa, Swamiji!” ha detto, ridendo.

Yogananda spiega poi l’ahimsa in una nota a piè di pagina: innocuità; non violenza; la roccia fondante del credo di Gandhi.

La nota a piè di pagina racconta come Gandhi nacque in una famiglia di rigorosi giainisti, che venerano l’ahimsa come virtù fondamentale.

Il giainismo, una setta dell’induismo, fu fondato nel VI secolo a.C. da Mahavira, un contemporaneo del Buddha. Mahavira significa “grande eroe”; possa guardare nei secoli il suo eroico figlio Gandhi!

Sempre nella sua autobiografia, Yogananda racconta la sua visita pittoresca nell’India meridionale, affermando: “Lì vicino si trova la statua più grande del mondo, scolpita da un immenso masso dai giainisti nel 983 d.C. per onorare il santo Comateswara”.

Ecco quindi un secondo santo giainista a cui Yogananda rese pubblicamente omaggio!

A proposito dei principi Jain che hai menzionato, “meditazione e vita corretta” e rinuncia: questi sono principi universali di autorealizzazione, come ha spiegato Swami Kriyananda sopra: sono parte dell’essenza di tutte le religioni.

Dio ti benedica affinché tu stesso diventi un Siddha,
jayadev

Fonte: https://www.ananda.org/ask/discovering-the-essence-of-all-religions/