L’EtĂ  del Diamante

Un Nuovo Regno stĂ  per Nascere – Una nuova CiviltĂ  – Una nuova EtĂ , ovvero l’EtĂ  del Diamante; che si sussegue alle altre 4 etĂ  precedenti, ossia: L’EtĂ  dell’Oro – Argento – Bronzo – Ferro/Argilla. I Nativi Americani chiamano questa EtĂ : “5° Mondo”. In epoca moderna è chiamata 5° Dimensione. La Nuova EtĂ  del Diamante e relativa all’Avvento dell’Uno, la quale principalmente consiste nell’integrazione della dualitĂ , tramite la quale si raggiunge un equilibrio frĂ  la due forze interiore in conflitto frĂ  loro. Equilibrio interiore che si manifesta anche all’esterno nella societĂ  (collettivamente) per cui anche le due fazioni in opposizione frĂ  loro che si contentono la supremazia del pianeta, nè sono influenzate così cessano i mali conflittuali delle due fazioni, ovvero cessano guerre e conflitti vari relativi alla contesa di potere delle due fazioni (Sole / Luna) ritornando così ad un ri-equilibrio delle due forze e ad una loro eventuale riunificazione dovuta in modo particolare alla manifestazione dell’Uno

“Alla suggestiva versione mito-poetica data dal mondo classico, fa riscontro la Visione descritta nel Libro di Daniele, in cui le quattro EtĂ  del Mondo sono simboleggiate da un’enorme statua, dall’aspetto terribile e straordinario, con la testa d’oro, il petto e le braccia d’argento, il ventre e le cosce di bronzo, le gambe di ferro, e i piedi in parte di ferro e in parte di argilla. Daniele spiega che le parti della statua simboleggiano quattro Regni successivi, l’ultimo dei quali è caratterizzato dal duro ferro che tutto spezza e distrugge, mischiato però alla fragile argilla; pertanto, come il gigante viene distrutto da una Pietra [Diamante – “e su questa Pietra edificherò la mia Chiesa” ] staccatasi da un monte, che ne colpisce i piedi, provocando la rovina dell’intera statua, allo stesso modo quest’ultimo Regno sarĂ  distrutto e stritolato da un Nuovo Regno, indistruttibile ed eterno, che Dio farĂ  sorgere dal cielo”. [Il Regno Diamante/Crist-allo]

– estratto da: “Le Quattro etĂ  del Mondo” seguente –

Le Quattro etĂ  del Mondo

Di  Sigfrido Höbel

Alla dottrina orientale dei quattro Yuga, corrisponde, nella tradizione greco-romana, quella delle quattro, o cinque, Età del Mondo, la cui prima formulazione risale ad Esiodo, e che venne ripresa e sviluppata da numerosi altri scrittori e poeti dell’antichità, fra cui Virgilio e Orazio.

La descrizione delle varie Ere, o meglio, dei cicli di civiltà che si sono succeduti nel nostro mondo, è la seguente:

1. EtĂ  dell’Oro: quando in cielo regnava Cronos, il mondo era abitato da una razza di uomini simili agli dei, che vivevano felici e liberi da malattie e preoccupazioni e praticavano la giustizia senza bisogno di esservi costretti, nĂ© avevano bisogno di lavorare, perchĂ© la terra, su cui regnava una perenne primavera, dava i suoi frutti spontaneamente e in abbondanza; dopo una vita lunga e serena, questi uomini morivano tranquilli, come se si addormentassero. Alla loro scomparsa, divennero degli spiriti aerei, custodi e protettori degli uomini.

2. EtĂ  dell’Argento: Zeus, subentrato a Crono, ridusse la durata della primavera, determinando il succedersi delle stagioni, e gli uomini dovettero cominciare a coltivare la terra, a costruirsi dei rifugi e a sviluppare le arti; molto peggiore della precedente, la generazione argentea era contraddistinta da una prolungata fanciullezza, durante la quale, per cento anni, i fanciulli vivevano presso le madri; da adulti, gli uomini di questa EtĂ  erano però stolti e non veneravano gli dei, per cui Zeus, sdegnato, li fece sparire, ed essi sono diventati spiriti degli Inferi.

3. EtĂ  del Bronzo: la terza generazione era composta di uomini violenti e terribili, nati dai frassini e amanti della guerra, ma non empi; benchĂ© tremendi, la morte colse anche loro, e scesero nelle squallide dimore del gelido Ade.

• EtĂ  degli Eroi, compare in Esiodo, ma non in altri autori, e piĂą che ad una EtĂ  a se stante, potrebbe essere considerata come l’ultima fase dell’EtĂ  del Bronzo o la prima della successiva EtĂ  del Ferro: la Terra genera una stirpe celeste di eroi, ritenuti semidei, molti dei quali furono uccisi in combattimento, alcuni a Tebe, altri a Troia; ma altri furono posti da Zeus ai confini del mondo, nelle Isole dei Beati, dove hanno vissuto felici e sereni.

4. EtĂ  del Ferro: l’ultima generazione, caratterizzata dal nero ferro, è composta da uomini malvagi, violenti e senza timore degli dei; è una stirpe priva di giustizia, di lealtĂ , di pudore e di pietĂ , su cui regnano la frode, la guerra, la diffidenza, e il desiderio del possesso; l’uomo inizia a navigare, delimita le proprietĂ  terriere, scava nelle visceri della terra alla ricerca di tesori; Zeus distruggerĂ  anche questa ultima razza “quando i bambini nasceranno canuti”.

Alla suggestiva versione mito-poetica data dal mondo classico, fa riscontro la Visione descritta nel Libro di Daniele, in cui le quattro EtĂ  del Mondo sono simboleggiate da un’enorme statua, dall’aspetto terribile e straordinario, con la testa d’oro, il petto e le braccia d’argento, il ventre e le cosce di bronzo, le gambe di ferro, e i piedi in parte di ferro e in parte di argilla. Daniele spiega che le parti della statua simboleggiano quattro Regni successivi, l’ultimo dei quali è caratterizzato dal duro ferro che tutto spezza e distrugge, mischiato però alla fragile argilla; pertanto, come il gigante viene distrutto da una pietra staccatasi da un monte, che ne colpisce i piedi, provocando la rovina dell’intera statua, allo stesso modo quest’ultimo Regno sarĂ  distrutto e stritolato da un Nuovo Regno, indistruttibile ed eterno, che Dio farĂ  sorgere dal cielo.

Anche i quattro “Animali” della Visione di Ezechiele o i quattro simboli animali degli Evangelisti che circondano l’immagine del Cristo in Gloria, oltre ad indicare le quattro modalitĂ  attraverso le quali si manifesta il Verbo divino, ed oltre al loro collegamento con i quattro Elementi, possono anche alludere, come nota Fulcanelli, alle quattro fasi in cui si divide un grande periodo ciclico, e che corrispondono alle quattro EtĂ  dell’UmanitĂ  di Esiodo o ai quattro Regni di cui parla Daniele.

Il carattere “universale” di questa dottrina, lo si può dedurre dalla sua presenza anche in tradizioni molto distanti e diverse: se non desterà meraviglia, per la prossimità delle aree culturali, ritrovare l’idea delle quattro ere dell’umanità nell’Avesta persiano, appare certo più sorprendente che la stessa visione si ritrovi anche in una realtà completamente diversa e priva di contatti con il mondo indo-europeo, come quella delle civiltà pre-colombiane: nei documenti e nei calendari mesoamericani, si rileva infatti sia la presenza di calcoli relativi a grandi cicli temporali, sia il riferimento a quattro Ere del Mondo.

Secondo i Maya, infatti, gli Dei, dopo aver distrutto tre Mondi con un diluvio, con il fango e con il fuoco, hanno creato il Mondo attuale, sorretto da quattro divinità, i Bacab, che ne rappresentano i punti cardinali. Gli Aztechi, collegandosi alla tradizione Maya, parlano parimenti di quattro Soli, che si sono succeduti a partire dalla creazione del genere umano, e ognuno dei quali è collegato ad una delle quattro direzioni dello spazio, ma aggiungono ancora un quinto Sole, quello attuale, che viene posto al centro di questo schema e rappresenta il compimento dell’intero Ciclo:

1. Primo Sole, Matlactli Actl: Dieci Acqua, 4008 anni: la terra era abitata dai Giganti e questa prima umanitĂ  venne distrutta da un Diluvio, dal quale scampò solo una coppia, o sette, trovando rifugio su un albero o in una grotta. Sulla Pietra del Sole questa epoca è rappresentata dal Dio Giaguaro (Ocelot-Tonatiuh) ed è detto che i Giganti furono divorati dai giaguari.

2. Secondo Sole, Ehocatl: Serpente di Vento, 4010 anni: gli uomini si cibavano di frutta selvatica e quando il Serpente di Vento, Quetzalcoatl, distrusse questo Sole, gli uomini furono trasformati in scimmie, ad eccezione di una coppia, che si salvò salendo su una roccia.

3. Terzo Sole, Tleyquiyahuillo, 4081 anni, distrutto da una pioggia di Fuoco e dalla lava; per sopravvivere, gli uomini furono trasformati in uccelli.
4. Quarto Sole, Tzontlilinc, durato 5026 anni, fu distrutto da piogge torrenziali e inondazioni, simboleggiate dalla Dea Chalchiuhtlicue, l’Acqua della Luna infausta: il diluvio durò 52 anni, le montagne scomparvero sotto l’acqua e gli uomini furono trasformati in pesci

5. Quinto Sole: è simboleggiato dal volto di Tonatiuh, il Dio Sole, posto all’interno del segno Ollin, che indica il Movimento, perchĂ© sarĂ  il movimento della Terra che farĂ  perire l’attuale umanitĂ .

Fonte: https://www.google.com/amp/s/www.expartibus.it/le-quattro-eta-del-mondo/amp/