Democrazia dualistica > Regno dell’Uno

La democrazia dualistica rappresenta un passaggio storico fondamentale: ha permesso ai popoli di sperimentare la libertà di espressione, ma lo ha fatto dentro un sistema di opposizione continua. Le fazioni, le maggioranze e le minoranze, la competizione elettorale, hanno alimentato conflitti e divisioni.

Questo modello, pur avendo svolto il suo ruolo evolutivo, mostra oggi i suoi limiti:

  • genera polarizzazione,
  • trasforma l’avversario in nemico,
  • mantiene i popoli in una condizione di scontro permanente.

Per questo, l’evoluzione naturale conduce verso il Regno dell’Uno, in cui non si sceglie più tra parti contrapposte, ma si riconosce una guida unitaria.

Questa guida è il Designato dall’Uno Onnipresente: una figura che non si afferma per auto-proclamazione, ma che emerge attraverso il riconoscimento della collettività. La comunità, illuminata dalla Coscienza Suprema, riconosce in lui (o in lei) il portavoce del riequilibrio.

In questo modo, la leadership non è frutto di imposizione o propaganda, ma della consapevolezza condivisa che l’Uno si manifesta in un volto umano per guidare l’insieme.

Il passaggio dalla democrazia dualistica al Regno dell’Uno non è dunque un atto di rottura violenta, ma un processo di maturazione collettiva, che porta dal conflitto alla cooperazione, dall’opposizione all’integrazione dei poli, e quindi ad una Alleanza, frà materia e Spirito innanzitutto, e frà Ego ed Anima, e quindi un’Alleanza frà gli opposti che oggi si contendono la Supremazia, sulla base del gioco dualistico che giunto al suo fine ultimo evolutivo, e che adesso ritorna all’Uno Esistenziale ideologico.


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